Incipit: Continuare
La sera prima Samuel e Sibylle si sono addormentati con immagini dei cavalli che apparivano fra le ombrelle selvatiche e le distese di fiori di alpeggio; le pareti dei ghiacciai, delle montagne, le nuvole a cirri, il corpo indolenzito e la notte sotto le stelle, sulla cima di una collina che formava un ripiano ideale per le due tende.
Laurent Mauvigner. Continuare. Feltrinelli. Traduzione Yasmina Melaouah.
Sibylle si è persa, lei sa precisamente come e perché, il lettore lo scoprirà al termine di questa cavalcata sulle montagne del Kirghizistan, fatta insieme al figlio adolescente che sta deragliando, come lei, ma trascinato in una spirale di violenza indifferente, di alcool, di bullismo. La donna, con questo viaggio cercherà la salvezza per il figlio e forse una strada per ritrovarsi; medico, una passione per la scrittura in gioventù, il peso di una rinuncia alla vita sulla scia di un dolore troppo grande da digerire.
Sei soltanto questo corpo, sei soltanto questo desiderio attorniato di limiti, questa speranza frenata. Allora devi imparare a renderebbe conto e a vivere all'altezza della tua mediocrità, imparare a rinunciare si tuoi sogni di grandezza, vivere tranquillo, al riparo dai sogni.
Chissà perché mi ero segnata la frase pensando che non è mica male accettare i propri limiti, ma naturalmente è quel "vivere al riparo dai sogni" che lascia intuire il pensiero di qualcuno che in realtà sente la propria grandezza vinta e schiacciata dalla mediocrità o dagli eventi esterni. Mah, si può sognare anche facendo una vita da mediano lavorando come Oriali (cit.)
Il viaggio è un modo di conoscere altri mondi, altre culture, ma è anche un ritorno alle origini, un' immersione in una natura solo parzialmente complice della rinascita.
Se abbiamo paura degli altri siamo fottuti. Se non lo facciamo un po', anche solo un po', di andare incontro agli altri, ogni tanto, capisci, credo che alla fine moriamo. (...) . Andare verso gli altri non significa rinunciare a se stessi.
Questo romanzo ha degli spunti buoni, la descrizione del viaggio, la vita dei nomadi incontrati, il carattere malmostoso tipico dell'adolescente, la depressione e la perdita di fiducia in se stessa della madre , ma avrebbe richiesto un maggiore sviluppo della trama, dei comprimari, le figure maschili, specie quella del padre sono solo appena accennate, questo, a mio avviso toglie profondità anche ai protagonisti invece di focalizzare l'attenzione sulla diade madre e figlio. Resta comunque una gradevole lettura
"Se abbiamo paura degli altri siamo fottuti. Se non lo facciamo un po', anche solo un po', di andare incontro agli altri, ogni tanto, capisci, credo che alla fine moriamo. (...) . Andare verso gli altri non significa rinunciare a se stessi." Già solo questa citazione merita la presa in considerazione del libro :)
RispondiEliminaProva Cri, ma secondo me il resto tradisce un po' certi spunti molto belli
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