Ermanno



L'albero degli zoccoli



L'uomo aveva celebrato ogni giorno lo stupore per il creato, per tanti anni, tutti quelli che stavano scritti nelle pagine della sua esistenza. Lo aveva conservato intatto il dono che ci viene consegnato alla nascita e poi distrattamente si perde il giorno in cui muore l'infanzia: la meraviglia. Osservava e raccontava cercando di preservare nei suoi simili quello che si andava sempre più perdendo, la condivisione degli attimi, dei colori, dei sapori, dei ricordi, dei dolori. Tra uomini, animali, piante: i ritmi, la partizione del tempo, la semplicità della natura che fa complessa la vita e le regala poesia. Salì sui piani alti del mio inverno, dove la lingua è antica e dura, dove la montagna non ha roccia che sappia giocare con la luce e ogni anfratto racconta le storie di morte, di vite strappate dalla stupida arroganza dell'uomo che non sa vivere da simile tra i simili, dove la  neve si posa come coltre sulla conca del pascolo e leggere davanti al fuoco diventa quasi necessità e ne fece la sua dimora e su quei piani una lunga processione portò un abbraccio , discosto, rispettoso, composto ma non privo di calore a due figlie forse più sole, ma consapevoli che una vita vissuta interamente è una vita compiuta

Per Leo Pieretti che osservando le immagini della cerimonia in memoria di Ermanno Olmi mi ha chiesto un pensiero

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