La fiera dei cappelli
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Si dice che gli occhi siano lo specchio dell'anima, nel paese di Pensochiaro invece vale il detto: "la fronte è la vetrina della mente" e ora vi spiego perché. Pensochiaro un tempo si chiamava Borgo Ameno, il suo campanile si erge al limitare di un promontorio sul mare, una località che le guide turistiche definirebbero ridente - d'altra parte non si è mai saputo di una località "immusonita"-.
La piazza attorno alla chiesa accoglie il mercato al mattino, mentre al pomeriggio ospita gli anziani per quattro chiacchiere e una partita a carte, c'è poi una piccola, ma fornita, biblioteca comunale. Ogni estate si anima di turisti che giungono da tutto il mondo a respirare aria di mare così le donne della Pro Loco impastano e gli uomini grigliano, come se non ci fosse un domani, durante l'annuale festa patronale. Una vita semplice, una comunità piccola in cui tutti bene o male si conoscono. Poi non si sa come, né perché, una mattina la Signora Lucia si reca al mercato indossando un abito nuovo e incontra la Signora Maria. La scritta "Ma cosa si è messa addosso?" compare sulla fronte di Maria quasi si trattasse di un sovra titolo e senza l'intervento di televideo. Lucia sgrana gli occhi, poi offesa volta le spalle e se ne va senza salutare l'amica. Da quel momento e per tutti i giorni a venire episodi come questo si ripetono tra tutti i concittadini e in tutto il paese. Mogli e mariti scoprono tradimenti e insofferenze; genitori comprendono di non avere alcuna autorevolezza presso i figli adolescenti; innamorati, cui non serve più alcuna dichiarazione d'amore, improvvisamente si scoprono vulnerabili nei propri sentimenti. Tutti si chiedono come sia stata possibile quella mutazione e perché. Le verità nascoste che prima sostenevano le "convenienze" sociali svaniscono al sole di quella calda estate. Viene richiesto l'intervento del Garante della Privacy, il quale dopo un sopralluogo richiede il parere dell'Istituto Superiore di Sanità che nomina una Task Force e demanda al capo della Protezione Civile la gestione dell'emergenza, ma le ragioni restano oscure. La convivenza diventa difficile se non impossibile. Poi, un giorno di metà settembre, l'aria si fa più frizzante, il Signor Giacomo esce con il cappello per la solita partita di chiacchiere, che nelle ultime settimane termina in una litigata. Le carte sono state abbandonate per prevedibilità dell'avversario. Quel pomeriggio tra Giacomo e Giovanni, il suo più caro amico, le cose ricominciano a girare per il verso giusto: la conversazione si fa meno scontata, più pacifica e stimolante. Dal giorno seguente anche Giovanni si presenta con un cappello ben calato sulla fronte e via via che si sparge la voce è tutto un fiorire di teste ornate dei più vari copricapi. In paese tornano i sorrisi, la vita di comunità rifiorisce e Pensochiaro diventa la sede di una fiorente produzione di modisti che creano cappelli di tutte le fogge. Poi con la stessa imprevedibilità con cui si era presentato, il fenomeno della fronte come vetrina della mente, sparisce una mattina. A Pensochiaro, che non tornerà più a chiamarsi Borgo Ameno, a imperitura memoria di quel periodo di Verità Assoluta ogni anno viene celebrata la fiera dei cappelli che attira persone da tutto il mondo.
A scavar bene nel mio patrimonio genetico credo di avere un qualche antenato di Pensochiaro da parte di padre ed uno di Vedochiaro da parte di madre. Non si spiega altrimenti il fatto che, soprattutto in certi frangenti, dovrei andare in giro munita di occhiali da sole e passamontagna.
RispondiEliminaSi, passamontagna, perché ogni tanto anche i miei muscoli facciali soccombono all'urgenza di esternare.
Bel paese questo, mi ci troverei bene, visto che mi piace indossare in quasi ogni occasione copricapi (mi manca quello da notte, ma ci sto pensando), più che altro per incipiente calvizie, ma anche perché mi è sempre piaicuto. Comunque bel racconto, che fa pensare a una situazione fuori del normale, come stiamo vivendo in questi giorni, che in qualche modo si risolve.
EliminaÈ il modo che . . .
Eliminala località immusonita! Ahahah!!!
RispondiEliminaMa ora mi domando in Italia ci sono più Pensochiaro o Borgo Ameno?
RispondiEliminaBella domanda, io non saprei rispondere
EliminaSarebbero guai seri per tutti, ma proprio per tutti, se sulla nostra fronte apparissero i nostri pensieri. E per fortuna a Pensochiaro è ritornato il pensoscuro.
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EliminaRicordo ancora quando bimbetta ci sbattei il naso per la prima volta. Si sposava una cugina di campagna ed era venuta da noi ospite in città per gli acquisti di rito. Si stava provando una vestaglia color verde bandiera con sfrappole vaporose allo scollo: -Ti piace - mi chiese, e io ingenua le risposi il vero. Non fu aprezzato ne da lei ne dal resto della famiglia e soprattutto da mia madre che mi diede una lavata di capo che ricordo ancora a distanza di 50 anni. È che nei bambini le ingiustizie si fissano indelebili. Ma come, mi hai sempre detto di non dire le bugie!
RispondiEliminaIn Gianburrasca c'è una canzone che dice esattamente così 😁
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