Storie con la corona: la città
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Dal sesto giorno la città appariva come una sposa abbandonata all'altare, invecchiata su quello, sicura che prima o poi lo sposo sarebbe arrivato, incurante dei parenti che le dicevano "torna a casa, fatti coraggio, è già penoso così, sii dignitosa, scendi, a rimanere sei ridicola". Le città, come le case, per rimanere in vita devono essere abitate e lei, esangue, non si capacità a di essere diventata improvvisamente vuota, muta, orba degli occhi delle vetrine. Perfino il puzzo dei motori, cui, suo malgrado, aveva dovuto nel tempo assuefarsi le mancava. Quel deserto la immalinconiva. Le piazze, i suoi abiti più belli, senza gente, senza voci, sembravano fuori moda, mobilio dimenticato da un rigattiere. Ogni tanto, lo sguardo assente, si perdeva a sentire il ritmo cadenzato di un treno sui binari in entrata e in uscita. Ma se i treni erano vuoti a che servivano? La distraeva appena dal suo dolore il passaggio di un tram o di un bus ma al loro interno la poca gente si teneva a distanza e si guardava con sospetto. La vecchia città si accorse che dai balconi delle case i bucati continuavano ad asciugarsi al sole di una primavera incurante del suo strazio. Così riavvolse a mano a mano tutte le corde con i panni e si cucì un vestito perché, come Eva, in quell' Eden perduto si sentiva nuda. Stava finalmente scendendo dall' altare quando giunse la sera di quel sesto giorno e improvvisamente tutte le finestre si spalancarono e tornarono le voci e i suoni; ognuno in quella città con armonica disarmonia cantava e suonava. Si mise in ascolto: a lei parve una marcia nuziale. È vero, dopo un'ora tornò il silenzio ma la città si rifece il trucco, si ricompose e sorrise perfino, valeva la pena di aspettare ancora: prima o poi lo sposo sarebbe sicuramente arrivato .
Descrizione perfetta. Mi ci sono trovato dentro anche nella sera del sesto giorno. Un abbraccio.
RispondiEliminaAnche a te Alberto
EliminaHo visto e udito cose bellissime sui social, la mia strada è rimasta silenziosa (ma un motivo, secondo me c'è...). Gli applausi si, quelli sono stati scroscianti come la pioggia del giorno prima. La città resiste e noi con lei. Abbracci a sbaglio
RispondiEliminaAnche a te Cincia, abbi cura di te
EliminaQuesto virus sta cambiando tante cose della nostra vita e lo farà in modo anche radicale.
RispondiEliminaInnanzitutto in molti si sono resi conto di quanto sia stato sbagliato fare 30 miliardi di euro
in tagli alla sanità publica fatti negli ultimi anni (tanto per dire). Ma sono rimasto colpito
positivamente dalla reazione degli italiani. Bello questo post...
buona domenica
I tagli alla sanità sono un'infamia specie pensando a saccheggi come il Mose o come altre nefandezze simili
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