Ginevra 3
......continua
al
loro terzo incontro Ginevra comprese che una barriera si era infranta,
che il desiderio di comunione era reciproco, Sergio indossava abiti
sdruciti ma puliti e si era lavato, chiaramente la attendeva, e come la
vide la salutò alzandosi brevemente dalla panchina e tendendole la mano,
Ginevra ricambiò il sorriso e si sedette accanto a lui. "Voglio
raccontarvi di me, Sergio, perché mi piacerebbe che mi raccontaste di
voi" disse Ginevra. "Sospettavo che saremmo arrivati a queste domande e
ora che sto imparando a conoscervi, sapevo anche che mi avreste offerto
la vostra storia come pegno per poter arrivare a me" ribatté Sergio
ridendo sonoramente "ma ritengo che voi siate la persona giusta da cui
ripartire.Ho deciso di rompere il mio isolamento.
Parole senza musica
musica senza parole
parola di silenzio
silenzio senza parola.
E poi
niente, davvero
più
niente
Conoscete Solitudine di Edmond Jabés?" chiese Sergio a Ginevra, "Questo sono diventato, niente"
Ginevra
raccontò di essere la secondogenita di tre fratelli, del suo legame
speciale con Giovanni il suo fratello maggiore, del suo rapporto quasi
materno con Tosca, la sorella più giovane, arrivata dopo nove anni da
lei, del suo essere ragazza in tempo di guerra, sfollata dagli zii in
campagna, le discese in cantina usata come rifugio al suono
dell'allarme, della fame, della fine della guerra, della ripresa della
speranza. Dell'incontro con Silvano, suo marito, non una passione, non
un grande amore, ma un compagno sincero ed affettuoso, che l'aveva
sempre rispettata, con il quale avevano condiviso interessi e letture.
Figli non ne erano arrivati e questo fatto, vissuto con dolore
soprattutto da Silvano, non li aveva tuttavia divisi, ma uniti
ancora più profondamente, e si rammaricava che Silvano non fosse
vissuto abbastanza da condividere con lei il rapporto che si era creato
con i ragazzi del rione. Sergio che l'aveva lasciata raccontare senza
mai interromperla, fece allora molte domande su come si fosse creato il
rapporto con i ragazzi, che età avessero ora, su come fosse potuto
crescere nel tempo questo legame, anche quando i ragazzi, adolescenti,
avrebbero potuto perdere il contatto con lei.
Fu
proprio allora che arrivarono e Ginevra fece le presentazioni. A quel
punto Sergio si levò e rivolgendosi a Ginevra disse "Si è fatto tardi,
vi lascio, ma ho promesso, non tema avrà ciò che mi ha chiesto". Ginevra
gli prese una mano e vi posò una busta chiusa "In conclusione, voglio
fare anch'io come voi Sergio, questo è ciò che sono ora, a presto spero"
continua
il libro della sovversione non sospetta.. il libro delle somiglianze.. 'j'aime Jabés
RispondiEliminaio invece pure :)
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