Dentro il racconto









La donna cercava conforto sedendo vicino all'unico calorifero funzionante, bramava una tazza di tè fumante tra le mani, da sorbire a piccoli sorsi, come se fosse la vita.
Dopo giornate convulse non sapeva quasi che farsene di quegli attimi di calma che la coglievano impreparata e fuori posto e pensava all'uomo dai castelli di parole, lui avrebbe preso il blocco ed avrebbe scritto di cani stonati, di formule fisico-matematiche sulla relatività delle emozioni, di frutti di alberi delle sue mille vite, vere ed immaginate così arditamente da risultare più consistenti di mille giorni messi uno in fila all'altro e divisi solo da un buongiorno e una buonanotte.
E lei, così concreta, di quell'uomo sognava le pieghe dei polsi e l'intonazione della voce e immaginava di abitare in una di quelle storie, di scivolare fuori da quella penna o di saltellare tra le sue dita sulla tastiera, sicura che per lei avrebbe inventato una storia felice.
La pausa intanto era finita e si avviò e parlando dalle labbra le uscirono bolle di sapone colorate e le bolle scoppiando emisero il suono di un organetto ed i capelli si colorarono delle infinite sfumature di un bosco in autunno e la sua pelle profumò di mela matura.
Guardandosi indietro vide che era seguita dal pennino di una stilografica e camminava su un pavimento di carta a quadretti, la mano che reggeva la penna la raccolse dal foglio, la annusò ed infine se la portò alle labbra e la gustò in un unico boccone



Commenti

  1. ... vi aleggia un'atmosfera magica, surreale, mi piacciono molto quelle... "pieghe dei polsi... le bolle che emettono il suono di un organetto", e le foto sull'autunno, la mia stagione preferita, sono meravigliose, mi hai fatto tornare in mente questi versi...

    A volte, penso mi piacerebbe essere la storia, il racconto che fuori_esce dall'inchiostro di qualcuno, per vedersi con occhi diversi.

    inventala tu la mia storia
    che sai i colori del carattere
    e le ragioni del mio nome,
    scegli i pezzi giusti,
    quelli della passione pura,
    che vanno infine a posto
    e che compongono la nostra
    (unica) figura

    [Enrico Testa]

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    1. Questi versi li trovo bellissimi e li avevo postati tempo fa da me, in effetti forse avrei dovuto inserirli come link in questo post, grazie :)

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    2. a volte, mi calo nei panni di cacciatrice, e bighellono... in cerca di poesie, frasi, immagini, che poi salvo, o mi appunto su un quadernino, oppure, altre, prendo nota di quelle che leggo da voi, e che mi emozionano particolarmente, potrei quindi anche averla letta da te, chissà... :)

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  2. ma che meraviglia questo racconto, è pieno di dolcezza e di sogno :)

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  3. Ho sempre sognato di camminare su un pavimento di carta a quadretti, rigorosamente senta toccare le righe.
    (purtroppo ho dovuto mettere privato il mio blog, mi scrivi così ti autorizzo?)

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    1. avrai le tue motivazioni non ne dubito, ma un blog privato è un po' come un diario segreto, a leggerlo pare di essere dei guardoni, comunque ti scrivo :)

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    2. non ho outlook come faccio a scriverti?

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    3. mi sono permessa di eliminare il commento per non lasciare pubblico a lungo il tuo indirizzo

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  4. Ho apprezzato, una volta di più, la tua grande capacità espressiva soprattutto nei dettagli: "mille giorni messi uno in fila all'altro", "saltellare tra le sue dita sulla tastiera", "i capelli si colorarono delle infinite sfumature di un bosco in autunno", "la sua pelle profumò di mela matura".
    Il tuo nutrirti di poesia dà buoni frutti.

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  5. Davvero un piccolo, delicato gioiello!

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  6. Qui non si tratta di vizi, Amanda, i tuoi racconti sono sempre più belli :-)

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  7. Grazie Amanda. Che bella virata alla giornata, quel pennino :)

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  8. ma che bella piccola favola del lunedì mattina (almeno io ti lego solo ora...)! Grazie Amanda :)

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  9. che dire? è una storia bellissima, sembra musica....

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