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Cammina di fronte a me, ha tra i 20 ed i 30 anni, (ora direte, date le premesse tutto è chiaro: invidia, purissima invidia di ciò che più non si ha, ma la realtà è che io  trai20e30anni così non li ho mai avuti, allora direte voi, invidia, purissima invidia di ciò che non si è mai avuto, ma io sinceramente non credo che li avrei voluti così, voi comunque continuate a pensarla come volete) ha lunghi capelli lisci e setosi che le arrivano a mezza schiena e ondeggiano nella brezza di questo stupefacente inizio luglio che pare un miracolo. Le sue gambe fasciate in un paio di leggings sono come un braccio mio, la sua coscia un mio bicipite (ahahaha il mio bicipite!) e, lo giuro, ho sempre avuto braccia esili. Mia nipote, 15 anni ancora da compiere, soprannominata dai fratelli Stanlio, ha un giro vita possente al suo confronto. Audrey  Hepburn pare Miss Grandi Curve in confronto. Non ho memoria di nessuna donna che avesse un giro vita simile al tempo remoto in cui io avevo tra i 20 e 30 anni, eppure appare armoniosa, non cachettica, eppure non è la sola che circola fatta a quel modo. Quando abbiamo iniziato a fabbricarle così? Quando si sono iniziati a stringere i fianchi delle preadolescenti in strette fasce come i piedi delle donne in Cina ai tempi del Celeste Impero per avere giovani donne con fianchi fior di loto? La creatura indossa ai piedi un paio di stivaletti, sarà anche il più ventilato inizio luglio che si ricordi da anni, ma sono le due del pomeriggio ed il termometro è comunque più prossimo ai 30 che ai 20 gradi. Il 3/4 dice sempre che se fosse esistita ai tempi nostri la moda attuale si sarebbe risparmiato tanti arrovellamenti e congetture su donne che avevano stuzzicato il suo immaginario perché una donna che mette stivali in estate e sandali in inverno può essere eliminata dal novero delle papabili senza perderci neppure un minuto di più (sono le volte in cui meglio comprendo perché tutto sommato stiamo ancora insieme dopo tanto tempo). La creatura reca seco ciondolante dall'incavo del gomito una borsa che potrebbe contenerla tutta, penso sempre che avrei dovuto prendere fisiatria come specializzazione: tra tacchi 17 e borse piazzate stile appendi abiti penso che ci sarà un gran lavoro per i fisiatri nel futuro. Lo so sembro una vecchia inacidita, forse non lo sembro ma lo sono, attraverso la strada e procedo oltre nelle mie rotondità

Commenti

  1. il mio Maestro dice che tutti i ragazzi/e sono alti, lunghi ma vuoti di "Ch'i".

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  2. Ci vorrebbero sei post per commentare il tuo... Comunque, io sono sempre stata affascinata dalla questione dei canoni di bellezza, che se ci pensi sono così estremamente diversi nello spazio e nel tempo che ti vien da dire allora cos'è bello? quand'è che una donna è bella? e qua partirebbe il primo post... La tristezza che le tue parole (affatto acide!) esprimono sta secondo me in una semplice riflessione: in un altro periodo storico la donna bella era formosa, era la Venere del Botticelli, bella rosea e cicciotta, e questo te lo puoi spiegare razionalmente col fatto che quelle forme significavano salute. Ora cosa significa che una donna è bella quando è scheletrica? che vuol dire che una donna è bella quando è quello stecchino inquietante di Kate Moss? Ecco, qualsiasi risposta ti venga in mente, secondo me è triste.

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    1. la differenza tra la Signorina vista per strada a Kate Moss è che Kate Moss è strapagata per fare l'attaccapanni e gli attaccapanni devon far scivolare su di sè i vestiti mentre la Signorina si limita ad essere un attaccapanni senza nessun vantaggio apparente

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  3. sarà che io sono grassoccia, sarà che combatto tutti i giorni con un'adolescente che adesso è diventata vegetariana e pensa si possa "campare" di insalata e pomodori (capirete la mia stizza di foodblogger, una che mangia solo insalate è uno spregio all'amor proprio!), sarà che sono tutte fissate con l'essere grasse e sono delle grucce su cui appendere i vestiti, sarà.... ma che tristezza porca miseria! ma perchè non puo' essere che una è come si sente, grassa o magra, lunga o bassa, simpatica o antipatica... no, bisogna essere tutte secche, spente, tristi, inappetenti, così magre che i vestiti ti scivolano via da dosso.
    oddio che vitaccia quella dei secchi!

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  4. Sarà che il mondo che frequentavo io, quello in cui mi sono formata, perduta e forse ritrovata, ma anche quello che in fondo mi ha dato da vivere, imponeva di non superare la taglia 38, costiquelchecosti e sevuoiabbiamoqualcosaperaiutarti, ma anche ora che ne sono fuori da un pezzo, anche ora che il mio corpo si è adeguato alla sopravvivenza, anche ora che mi sono fatta un po' mamma e un po' donna, non riesco a guardarmi allo specchio senza tachicardia.
    e quando vedo ragazze come quella da te descritta, non riesco, mai a non provare quel misto di invidia e nostalgia.

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    1. nostalgia per una 38? nostalgia perché non si hanno più 20 anni? che tipo di nostalgia? nostalgia per la sostanza contenuta in un'apparenza?

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    2. credo nostalgia del periodo, e della determinazione di tenere una 38 per il mio obiettivo. poi in realtà non vorrei mai tornare a come ero, dentro sicuramente e forse anche fuori.
      è che dall'alto del mio metro e niente, ho il problema che quando dopo natale da 49 arrivo ai 51 kg sembro già paffutella come il piccolo bruco mai sazio prima di chiudersi nel bozzolo.

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    3. meglio avere altri obiettivi e perseguendoli trovarsi stranamente ad indossare per caso una 38, meglio, che per altro nel mio caso non succede penso dall'età di 11 anni :D ( poi con una 38 e i fianchi che mi ritrovo più che un attaccapanni sembrerei il telaio di un aquilone rovesciato)

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  5. in realtà stavi guardando senza saperlo un prototipo IKEA di attaccapanni semovente robotizzato con gruccia per borsa integrata e comodo portastivaletti alla base :-))

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