La conta delle speranze uccise



Il mare era una striscia di traverso a carezzare i piedi,
il più gentile dei confini messi a sbarramento.

Non più a noi, toccava al legno andare,
il bagaglio deposto dalle spalle, il mare è un carro,

Spinge confuso il mare, un giorno corre a oriente,
un altro vuole il nord con gli schizzi di latte sulle onde.

Il mare è una girandola, gli uomini marinai sono bambini
feroci e amari, di un orfanotrofio.

Il mare non è fiume che sa il viaggio, è acqua selvatica,
di sotto è vuoto scatenato e precipizio



Erri De Luca. Solo andata. Feltrinelli

Commenti

  1. un libro piccolo, ma prezioso:

    http://www.lietocolle.info/it/cremonte_walter_respingimenti.html

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  2. Il mare è una sirena, ti spinge ad abbracciarlo, è simbolo di libertà, bello, color del cielo, scintillante dall'alba al tramonto. E come fanno le sirene ti attira per poi affogarti. Però quelle speranze non sono state uccise dal mare, ma da persone che a mare hanno buttato la loro umanità.

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  3. Hai ragione Iride.
    Le dinamiche di potere hanno fatto tutto questo, l'umanità non si sa cosa sia. La cosa peggiore per me non è stato sentire uno dei soccorritori che diceva che aveva dovuto prendere in braccio bambini piccolissimi, ho pianto, povere bimbi, poveri tutti, ma sentire dare da rappresentanti della Lega colpe a destra e a manca in Parlamento, invece di fare un atto di contrizione per la tragedia.

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  4. davvero tanta tristezza e vergogna per quello che gli uomini non faranno

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  5. tristezza infinita. E tanta rabbia contro quelle persone che parlano di clandestini per indicare qualsiasi faccia di colore diversa, che non distinguono un criminale dalla vittima di una guerra, quella sì criminale assai.

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  6. ogni parola detta sull'onda dell'emozione non ha valore, resta la terribile realtà che questo orrore non finirà mai. Tante parole, dette con enfasi, abbiamo sentito e tante altre ne sentiremo nei prossimi giorni, ma il problema non ha soluzione, perlomeno non immediata.

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