Incipit: il club degli incoreggibili ottimisti




Preferisco vivere da ottimista e sbagliarmi, che vivere da pessimista e avere sempre ragione
(Anonimo)



Oggi si seppellisce uno scrittore. Una folla inaspettata, silenziosa, reverente e anarchica blocca le strade e i viali intorno al cimitero di Montparnasse. Quanti sono? Trentamila? Cinquantamila? Meno? Più? Si ha un bel dire: è importante avere gente al proprio funerale. Se gli avessero detto che ci sarebbe stata una simile ressa, lui non ci avrebbe creduto. Gli sarebbe venuto da ridere. La cosa non doveva preoccuparlo più di tanto. Si aspettava di essere sepolto in fretta e furia con una dozzina di fedeli. Non con gli onori di un Hugo o di un Tolstoj. Nell'ultimo mezzo secolo non si era mai vista tanta gente accompagnare un intellettuale. Neanche fosse indispensabile o amato dal mondo intero. Perché sono lì, quelle persone? Per quello che sanno di lui, non sarebbero dovue venire. Che assurdità rendere omaggio a un uomo che si è sbagliato su tutto o quasi, costantemente fuori strada, e che ha usato il suo talento per difendere con convinzione l'indifendibile. Avrebbero fatto meglio a partecipare al funerale di coloro che avevano ragione, da lui disprezzati e mandati all'inferno. Per costoro nessuno si è scomodato.


Jean-Michel Guenassia. Il club degli incoreggibili ottimisti. Salani. Traduzione Francesco Bruno


Aprile 1980: il funerale di Jean Paul Sartre è l'occasione per Michel Marini di rincontrare, a quindici anni dalla sua chiusura, i membri del club che lo accolse, unico adolescente, tra gli "incoreggibili ottimisti" un gruppo di esuli dell'est in fuga da regimi che non hanno fatto differenze tra detrattori della prima ora e attivisti, comunisti convinti, caduti in disgrazia con l'involuzione dell'idealismo rivoluzionario in totalitarismo. Gli anni del club a Parigi sono quelli della guerra d'Algeria. Michel è figlio di un immigrato italiano e di una francese, in quegli anni le realtà da cui provenivano erano praticamente inconciliabili. Nonno Marini lo porta ogni domenica al Louvre. Nonno Delaunay è un commerciante formalista ed avido di denaro.
Per molto tempo sono vissuto ignorando totalmente la storia della mia famiglia. Tutto era perfetto o quasi nel migliore dei mondi. Ai bambini non si racconta cos'è successo prima del loro arrivo. Prima sono troppo piccoli per capire, poi sono troppo grandi per ascoltare, poi non hanno più tempo e dopo è troppo tardi. Non parlare ai figli del passato delle loro famiglie li rende simili a dei buchi spalancati. Ha undici anni all'inizio di questa storia, adora le piste delle macchinette e si applica per diventare campione di bigliardino, desidera una macchina fotografica e soprattutto legge comunque e dovunque rischiando costantemente di finire sotto un'auto. Quando scopre un autore ne divora l'opera omnia: Amavo Rimbaud  per la sua vita folgorante e Kafka per la sua esistenza discreta e anonima. Come fare se uno adorava Jules Verne, Maupassant, Dostoevskij, Flaubert, Simenon e una filza di altri che si rivelavano degli abominevoli farabutti?  Sceglieva un opera a naso Prima ancora d'aver letto, s'indovina subito se un libro ci piacerà o no. si fiuta, si annusa il volume, ci si domanda se vale la pena di passare tempo in sua compagnia (...) Un libro è un essere vivente. Una persona , al solo vederla, sapete già se diventerà vostra amica. Ci sono libri e film che dovrebbero essere accompagnati da un avviso: Non vedere o leggere prima di aver vissuto. Ha uno splendido rapporto di complicità con suo padre all'inizio di questa storia. I suoi idoli sono Franck, il suo fratello maggiore, e soprattutto Pierre, il migliore amico di suo fratello, in testa un'idea di come imbastire una rivoluzione in continua evoluzione, una raccolta di LP da urlo e una sorella, Cécile, che diventerà per lungo tempo la sua migliore amica, la sua musa e il suo tormento. E' alla ricerca  della sfida a bigliardino perfetta che Michel entrerà al Balto un'osteria con cucina con una sala sul retro dove chi entra esce solo dopo molte ore, è la sala degli scacchi, è la sede del club, lì conoscerà Igor il medico, Leonid il pilota profugo per amore, Imrè, Pavel, Tibor l'attore e Sasha il fotografo, conoscerà le loro storie, il loro status di disadattati e sradicati. Frequentarli, in un momento in cui tutte le sue certezze infantili si frantumano, sarà la sua àncora di salvezza, il suo rito di passaggio, il suo passaporto per l'età adulta, anche quando affacciarvisi sarà come un pugno in pieno volto, saranno i suoi consiglieri nelle pene del primo amore "sia idealista e ribelle e quella ragazza la guarderà con altri occhi. E' frequente con le giovani sognatrici. Ne approfitti in seguito cambiano.Un giorno, vogliono dei figli, una casa, un marito, delle vacanze al mare e degli elettrodomestici. E' questo che uccide la poesia" .
Gli insegneranno a guardare alla storia con gli occhi della consapevolezza della miseria umana dei vincitori, dei vinti e di coloro che pur avendo occhi per vedere hanno volto lo sguardo altrove.

A queste vittime, a questi martiri, mentre ancora respiravano, nessuno concedeva la minima attenzione e contavano meno della foglia di un albero. Chi poteva fare qualcosa non ha alzato un dito per aiutarli. Adesso che son morti non si smette di parlarne. Viene da chiedersi perché ci si preoccupa più dei morti che dei vivi. (...) "Non sapevamo" è una menzogna collettiva rassicurante.

Parole che valgono sempre, allora come oggi.

Un libro che mi ha travolta

Commenti

  1. E' uno di quei libri che da parecchio mi attira tutte le volte che vado in libreria... e poi rimando... beh diciamo che ora sono decisamente convinto.
    :-)

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    1. mancano solo 10 giorni, vedi tu, poi per un po' un libro di oltre 600 pagine te lo scordi :D

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    2. Ah ah... dici che con una mano non riesco a leggerlo mentre con l'altra tengo la bimba? :-)

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  2. ma è sempre più difficile rimanere incorreggibili

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  3. Me lo aveva consigliato un'amica tempo fa, ma allora ero nella fase "non ho tempo per leggere narrativa". Adesso che ho deciso di riprendermi il mio tempo, lo metto in lista da comprare per quando torno a casa.

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    1. vedrai ne vale la pena :)
      come stai?

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    2. Oggi è il primo giorno da sabato che non sento la tachicardia. Forse era solo un'esplosione di stress. Il periodo peggiore con la scuola è finito, ora dovrebbe andare meglio. Intanto mi sto curando con yoga e buone letture :-)

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    3. a me interessa che tu ti prenda cura di te

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  4. Sembra davvero interessante...che tortura averne letto l'incipit e sapere delle sue 600 pagine quando da circa 15 mesi ho più familiarità con il pianto della mia poesia in carne ed ossa che con il suono del foglio in un'ottimo volta pagina....
    Rimasti in stand-by i tentativi su 5 libri diversissimi tra cui : "Che tu sia per me il coltello" di David Grossman e " La vera vita di Sebastian Knight " di Vladimir Nabokov; per quest'ultimo fremo eppure ho solo il tempo di guardare la copertina.

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    1. Allora per cortesia spiega a Ernest qualche riga più su che gli restano 10 giorni circa per leggerlo e che poi tocca aspettare minimo minimo 2 anni, grazie
      Grossman mi è piaciuto, mentre quel Nabokov lì non l'ho ancora letto

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    2. Eh mi sa che chiederò un corso a l'Ernest di qualche riga su sul come attuare una buona lettura con una mano sola , un'occhio solo, una mente sola...
      Se ti va qualche riga di Nabokov puoi trovarla tra i miei sperduti e pochi post di secoli fà ;) quando avevo tentato di andare oltre l'incipit.

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    3. ma l'Ernest non lo sa mica ancora di cosa parla, per il momento (ancora poco poco) la pargola se ne sta al caldo in pancia alla sua mamma, per quello fa lo spavaldo :)

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    4. Ah ecco! ah ah ah, poi potrà e vorrà leggere solo la pargola :)

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