Incipit del 5 settembre 2012



"Nessuno poteva saperlo, ma quel pomeriggio c'era stata l'ultima pioggia d'inverno. La strada rifletteva il fioco chiarore delle lampade sospese, ferme nell'aria senza più vento. L'unica luce a quel punto della sera proveniva dal locale del barbiere. All'interno, un uomo lucidava l'ottone di uno specchio.
Ciro Esposito possedeva un ferreo orgoglio professionale. Aveva imparato il mestiere da bambino, spazzando tonnellate di capelli dal pavimento del negozio che era stato di suo nonno e poi di suo padre, trattato nè più nè meno come gli altri lavoranti, anzi, con qualche schiaffone in più, quando tardava un secondo a porgere il rasoio o un panno umido. Però gli era servito. Adesso, come allora, il suo salone contava clienti non solo del quartiere Sanità, ma anche della distante Capodimonte. Con loro aveva un ottimo rapporto: sapeva bene che dal barbiere si andava non soltanto per i capelli e la barba, ma soprattutto per un momento di libertà da lavoro e mogli e, in qualche caso, dal partito. Aveva sviluppato quella sensibilità speciale che gli consentiva di chiacchierare e restare zitto e di avere sempre un commento sugli argomenti che la gente preferiva."

La condanna del sangue - La primavera del commissario Ricciardi
Maurizio De Giovanni - Einaudi

Vi confesso che quest'estate è nato un amore, quello tra me e le indagini del commissario Ricciardi, partorito dalla penna di Maurizio De Giovanni, scrittore napoletano. Ed è appunto nella Napoli degli anni trenta in pieno regime fascista che si muove il commissario Ricciardi, carattere schivo, 0mbroso e introverso, tutto dedito al suo lavoro, nato con un dono maledetto che gli provoca un incessante dolore e gli fa percepire quello altrui: lui riesce a vedere chi muore per morte violenta e a sentirne le ultime parole...così mentre passeggia per la città, accanto ai vivi indaffarati nella loro giornata, lui vede chi è trapassato in maniera violenta e ancora vaga e parla...c'è un operaio morto troppo giovane in un cantiere che chiama piangendo il nome di sua madre, chi pronuncia frasi a cui è difficile dare un senso. E Ricciardi usa questa sua particolare sensibilità anche nel suo lavoro, anzi ha scelto di fare il commissario proprio per questo..così quando arriva sul luogo di un delitto chiede al fedele brigadiere Maione di lasciarlo solo per qualche minuto col morto..lì, assieme all'enorme dolore per il distacco dalla vita, percepisce le ultime parole della vittima, a volte un indizio, più spesso un rompicapo...
Non vi aspettate ovviamente un romanzo tutto incentrato, com'è di moda oggi, sul dialogo con l'aldilà e vampiri e zombie, per carità, questo dono o condanna del commissario è solo un particolare importante, ma le storie ci portano altrove, nelle vie e nelle tante voci di una Napoli corale..ed in effetti all'inizio della lettura del libro si rimane quasi storditi e confusi dall'alternanza di voci che raccontano la propria giornata, ma poi ad un certo punto i fili si riallacciano magicamente e meravigliosamente fino al dipanarsi dell'identità dell'assassino che ha barbaramento ucciso a bastonate l'anziana Carmela Calise, cartomante e strozzina del quartiere Sanità.
Consiglio vivamente questo romanzo, specie a chi come me ama Napoli e le sue atmosfere, ho intenzione di leggere tutte le avventure del commissario Ricciardi; mi dicono che sia meglio cominciare seguendo la cronologia da "Il senso del dolore - L'inverno del Commissario Ricciardi", io ho cominciato dalla stagione successiva e ora recupero l'arretrato.
Buona lettura, spero che lo stile di scrittura e i personaggi di Maurizio De Giovanni entusiasmino voi quanto hanno entusiasmato me.


Commenti

  1. una specie di medium come la serie televisiva?
    proverò

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    1. No Amanda, come ho tenuto a precisare, la parte diciamo così di dialogo con i morti (che poi dialogo non è perchè lui si limita a vedere i morti di morte violenta ed ascoltare la loro ultima frase) in realtà non costituisce il nocciolo del libro.

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    2. mi rasserena era un po' inquietante :)

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  2. L'ambientanzione napoletana mi attrae molto e anche le indagini di un commissario sui generis mi avvincono sempre.
    Non mi resta che leggere.......

    Grazie!

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  3. Grazie Ale, hai incuriosito anche me che mi perdo tra gialli e commissariati...
    Voglio proprio leggere di questa condanna (per me più che dono) del commissario Ricciardi.
    Grazie!!

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