Alzaia sul Sile



Per i trevigiani, "a Restera".
E' una lunga stradina ciclo-pedonale che a percorrerla tutta sono più o meno 50 chilometri, parti da Treviso ed arrivi al mare di Jesolo.
Costeggia il Sile e per la maggior parte del percorso è la riva naturale resa agevole e percorribile da più interventi nel corso degli anni.
Si snoda lungo un percorso naturalistico fantastico, con siti molto interessanti come a Silea il cimitero dei burci, i barconi che si usavano ai tempi del trasporto fluviale, per le merci dei mulini (Rachello e Bellio) e della Chiari & Forti (olio Topazio vi dice qualcosa? E olio Cuore con Nino Castelnuovo che salta lo steccato?).

Bene, io durante l'estate ho spolverato la bicicletta e riscoperto il "mio" primo tratto della Restera, che va dal ponte di Calatrava (o dell'Università) fino alla centrale di Silea (o Conca di navigazione, come mi piace leggere ogni volta che ci passo) e ritorno.

In verità il punto di giro-e-torno-indietro non è la centrale di Silea, ma la colonia di gatti un po' più avanti, una vera colonia felina riconosciuta e tutelata, con tanto di cartello del Comune. In verità penso che se non ci fossero i volontari i mici non vivrebbero così bene.

A fare questo giro ci metto poco più di un'ora (una quindicina di chilometri).
Anche ieri sera dopo il lavoro mi sono precipitata a casa di mia mamma (da lei ho parcheggiato la bici, scatoloni, un armadio, il gatto...), ho indossato la tenuta della perfetta ciclo-amatrice, e via di pedali!

Allora, in agosto qualsiasi tenuta andava bene, faceva caldo e si era in vacanza.
Ma ora sfrecciare in pantaloncini corti a quadretti, canottiera e ciabatte (!), fra i rientri del lavoro, mi mette un po' a disagio, per fortuna dura giusto il tempo di salire e scendere dal cavalcavia, perchè poi entro in Restera e comincio a riconoscere i miei simili in tenuta da semi-fitness.
Semi-fitness perchè in Restera ci vanno - a piedi, in bici, in carozzina, in monopattino, in comoda (!) -, gli amanti dell'equa forma fisica, gli amanti della natura, gli amanti delle chiacchiere da passeggio, gli amanti e basta.

Erano le sei del meriggio, il sole andava e veniva, ma era ancora estate. A destra il nastro splendente del Sile, verde come una bottiglia di buon vino, e vicino a riva pulito e trasparente come uno smeraldo, dove papere e cigni gareggiano a fare le verticali. Sono così buffi questi culotti in su perfettamente perpendicolari alla superficie dell'acqua.

Per un tratto l'altra riva confina con l'ospedale, ed allora viene facile ringraziare di essere da questa parte a pedalare.

Andando, incontro il micio grigio certosino della bella casa a Porto di Fiera, gli anziani (ci sono una Casa di Riposo ed un Centro Diurno per anziani) seduti sulle panchine a fare la conta di chi passa, i pescatori (penso di vecchie scarpe) sulla riva, mentre in acqua si allena un vogatore su di un barchino (che per lui è una gondola del Doge, ne sono certa), i canottieri senza canottiera ah ah e i ragazzini in canoa.

Giro di boa, i mici della colonia. Saranno una ventina, multietnici. La prima volta che sono arrivata mi hanno accolta come fossi la Duchessa degli Aristogatti, mi sono corsi incontro con baffi e codine festose. Poi ho capito perchè, in bici arriva la gattara con la pappa. Non mi hanno più accolta così.

Tornando si fa un po' di slalom, è l'ora in cui il popolo del semi-fitness cresce e si arricchisce di new-entry. Ieri c'era il passeggiatore leggente (o il lettore passeggiante, non so), un ragazzo che mentre passeggiava leggeva un libro. Mi sembrava un Adelphi, ma non ho visto il titolo. La prossima volta glielo chiedo.

Ritorno sulla strada trafficata, percorro il viale di tigli (me lo immagino tra un mese) tra i fari accesi delle automobili (me li ricordo un mese fa, erano spenti) e gli automobilisti chiusi dentro alle loro scatolette sembrano sereni e pazienti.

Magia del semi-fitness sul Sile.



P.S. Esiste anche la possibilità di percorrere il Sile in barca fino a quando si apre sulla laguna di Venezia, ma questa è un'altra storia.

Commenti

  1. mi ha sempre fatto una voglia l'alzaia sul Sile, da quando Ervas ci ha ambientato le passeggiate del suo ispettore Stucky

    RispondiElimina
  2. Amanda, quando vuoi organizziamo.
    Uh uh, devo leggere Ervas.

    RispondiElimina
  3. Ma che splendido post, mi è sembrato di esserci anch'io, Marilina ci hai portato con te a dorso di bicicletta, belle descrizioni con la tua solita zampata ironica e il tuo pizzico di sana follia... grazie

    RispondiElimina
  4. E' vero questo racconto è molto fotografico e questo mi sembra un luogo del cuore a tutti gli effetti. Ci vorrebbe in ogni città una zona di verde e di grande respiro
    dove poter ritrovare armonia e vitalità. E' come avere un piccolo tesoro.
    Brava e grazie Marilina, è stata dura pedalare con tutti noi a cavallo ?

    RispondiElimina
  5. Tutti assieme appassionatamente sul tandem-one, per una boccata d'ossigeno ed una ricarica d'energia!

    RispondiElimina
  6. Che bel luogo, che bel post... on fosse così lontanuccio prenderei la bici e via! Bazzicare dai comuni amici (Zio Scriba) ogni tanto da soddisfazione. Tornerò xo

    RispondiElimina
  7. c'ero anch'io a pedalare vicino a te, o forse no, io stavo pedalando lunga la riva del mio fiume Serchio, ma poco importa, via pedalare con il vento nei capelli....Brava Marilina..

    RispondiElimina
  8. Che bel post Marilina, hai un modo di descrivere molto fotografico, è vero, anche io ero con te in bici

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari