La ballata dell'assenza

Gabriel Sainz




Il primo se ne accorse sintonizzandosi su un'assenza: non c'era più di sottofondo quel brusio di motore ben oleato che faceva la macchina del tempo.
Poi tacquero le balene, la mancanza del loro canto toglieva il sonno ai marinai del nord del mondo e si intensificarono le voci sulla sostituzione del canto ammaliante con le trombe del giudizio.
Quindi passò la proposta della moviola in campo, perfino Platinì cedette ed a quel punto tutti fissarono lo sguardo sulle linee tratteggiate nello schermo che univano porta, pallone ed ultimi due difensori  e nessun essere di sesso femminile chiese più spiegazioni riguardo le regole del fuorigioco, qualche terzo uomo si dette alla politica, qualche guardalinea  al commento sportivo sul digitale terrestre. Poi si trovarono sparse sul terreno delle ali ricoperte di cotenna di maiale, non tutte rosa porcello, ma ognuna con un numero di matricola, concomitantemente diminuirono gli sbarchi di migranti. Di seguito le gocce sui vetri modificarono le loro traiettorie, improvvisamente divergevano. Ad un certo punto cominciarono a sparire le linee dalle mani della gente, ogni volta che, secondo educazione, uno si lavava le mani, prima di sedere a tavola, se ne sbiadiva un pezzettino, anche le fate più esperte non sapevano più prevedere il futuro. Successivamente fu ripristinato Carosello, ma tutti i nati tra la fine degli anni 50 e la metà degli anni 70 del secolo scorso dovevano andare a letto prima della sigla di inizio. Ma la cosa più impressionante è che si smarrirono dei pesci, quei pesci che quando le acque degli oceani si erano ritirate si erano trasformati in uomini ma sentivano di non essere dove dovevano essere, pesci poeti che sapevano volare in alto e catturare stelle da buttare su una tastiera per illluminare le giornate bige, servono i pesci poeti nei mondi pasticcioni a qualsiasi tribù si appartenga

Commenti

  1. ma la poesia linkata dice scimmie poeti, non pesci poeti, una differenza ci sarà... :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la scimmia sono io che poeta non sono

      Elimina
    2. Non sarai poetessa, ma ottima prosatrice, cara Amanda!
      Anche in questo inedito, fantasmagorico stile dell'assurdo che si fa realtà.
      (E intanto aspettiamo, a bordo campo, il primo terzo uomo di sesso femminile).

      Elimina
  2. POETA E PERSONA

    Lancio messaggi oltre me stessa.
    Li leggete, orecchie di fiamma
    da voi divampano per afferrarli,
    essi vi parlano nel canto delle sirene.
    Quando vi piaccio,
    so cantarvi le poesie che già conoscete a memoria,
    ne ricevete di nuove come accettate
    regalini per la casa. In esse percepite
    voi stessi,
    pezzo per pezzo. La vostra solitudine
    ne traduce i simboli, la vostra stessa voce
    soffocata in gola, si libera.
    Ma ben presto cominciate ad amarmi di meno.
    Ho portato con me,
    troppi bauli pieni,
    l’abito da cerimonia dell’ospite,
    inadatto per una semplice visita.
    Sete e pellicce, le mie enormi,
    le mie grucce e quelle di riserva,
    la mia aspirazione a piacervi e ancor più –
    la pretesa di saper giudicare ciò che è giusto.
    Occupo
    troppo spazio.
    Vivete di ciò che riuscite a trovare,
    non chiedete la carità e non sopportate
    chi si ferma troppo a lungo.
    Quando me ne vado, vado
    sola,come sono venuta.

    Denise Levertov

    RispondiElimina
  3. Risposte
    1. è solo un'invito ad una persona speciale con una fantasia speciale a tornare a scrivere cose speciali

      Elimina

Posta un commento

Post più popolari