Cantata greca






La Cavallerizza è il terzo teatro della città ed è il risultato del recupero edilizio di un'antica caserma cittadina al quale questo galoppatoio apparteneva. Subisco sempre il fascino dei luoghi riadattati dal passato e restituiti all'esistenza in una nuova veste, viverli è come sentirsi un po'  parte della storia ed è il modo più corretto, sano e responsabile per garantire un futuro rispettoso degli spazi ancora non cementificati. La Cavallerizza oggi è un luogo di cultura eclettico destinato in particolare alla prosa di ricerca e alla danza contemporanea, a stages, workshops, convegni ed eventi musicali, oltreché  sede naturale per il teatro musicale contemporaneo.
In questo mese ospita alcuni degli appuntamenti del Festival Aperto. L'edizione di quest'anno ha per titolo  “Oracoli".
Nulla si muoveva nell'antica Grecia senza aver prima consultato l'oracolo, era un mondo ossessionato dalle profezie. Attraverso il mito questa  impronta culturale  è arrivata fino ai giorni nostri , spesso il mondo d’oggi si affida ad oracoli che influenzano negativamente la nostra vita, in maniera più esplicita o in modo più subdolo cercando di conformare modelli culturali, pregiudizi o dinamiche sociali.
Per fortuna possiamo contare anche su  oracoli buoni  che nulla hanno a che fare con il mito  e 
"guardano al futuro senza fare previsioni impossibili e irrazionali, ma intrecciano futuro e passato, danno risposte che in effetti sono nuove domande, mettono in guardia, illuminano molte strade, talvolta scaldano i cuori". Questa definizione di oracolo è quella che più mi piace, sarà che sono all' eterna ricerca di fonte d'ispirazione, di qualcuno che con il suo comportamento, senza clamori e con onestà sappia donare esempio e sostegno specie ora che viviamo tempi sciatti e miserabili.

Moni Ovadia incarna prodigiosamente  la figura dell'oracolo buono, sia per il suo impegnato e talentuoso lavoro artistico sia perché fisicamente sembra un vero dio greco sceso in terra tra noi comuni mortali, possiede una voce celestiale che rende incantevole ogni singola parola pronunciata e coinvolgente ogni singola nota cantata.
Lo spettacolo che va in scena alla Cavallerizza si intitola "Cantata greca"  da due poemi di Yiannis Ritsos:  
"Delfi" (l'antica sede del più importante oracolo di Apollo) e "La sonata al chiaro di luna" (vedi post di Amanda del 18-10-12).
 


 " ... a volte queste colonne, nel sulfureo chiaro di luna, somigliano
ai denti rotti di un dio gigantesco, e le gradinate del teatro
sono come le mascelle nude di giganti morti,
mascelle nude, calme e indifferenti
senza ormai piú l’avvilente necessità
del cibo, del bacio, del grido, senza piú
l’umiliazione della sconfitta, l’alterigia della vittoria, solo
con l’immobile e impersonale vittoria della nudità...."


La bellezza di questo spettacolo è l'insieme di diversi e affascinanti elementi: le parole di un poeta greco profondo e contemporaneo, la musica tradizionale greca splendidamente rivisitata e quella classica beethoveniana di un solitario pianoforte, la presenza scenica di Moni Ovadia  la cui voce diventa suggestivo strumento della parola anche grazie alla doppia recitazione in italiano e in greco moderno.
 
 


 " Lasciami venire con te. È bella la luna stasera!
È buona la luna, – non riluceranno
i miei bianchi capelli. La luna
farà d’oro ancora i miei capelli. Non lo capirai.
Lasciami venire con te.

La luna fa grandi le ombre dentro la casa,
mani invisibili tirano le tende,
leggero un dito scrive sulla polvere del piano
parole dimenticate – non le voglio sentire. Non parlare."


Moni Ovadia è la voce del poeta: un anziano e stanco custode delle rovine di Delfi e una donna colta, delusa per la mancata realizzazione dei suoi sogni e provata da una vita che la vede sfiorire insesorabilmente. Entrambi parlano ad una giovane figura astratta che ascolta in silenzio, distante e indifferente alle loro malinconie. 
Mentre nella prima parte Moni Ovadia è solo in scena, circondato dalle rovine di Delfi (proiettate a 180 gradi con effetto molto realistico),  nella seconda parte lo accompagna Ornella Balestra che dà corpo all'alma femminile in modo perfetto, con movimenti lenti e incessanti riesce a trasmettere tutta l'irrequietezza e l'insoddisfazione di questa donna anche grazie ad una magrezza fisica quasi inquietante.
 

Aggiungo solo che lo spettacolo è dedicato a Piero Milesi, arrangiatore delle musiche greche 
(e già collaboratore di Faber e Liga), prematuramente scomparso nel 2011.

Da vedere.





APERTO Festival 2012 "Oracoli"  I Teatri di Reggio Emilia

Commenti

  1. Che meraviglia! Verrà a Milano, spero. Vado a controllare. Grazie!

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    1. In effetti non ho ben compreso se questo spettacolo faccia parte di un vero e proprio tour, in ogni caso spero vivamente che passi da Milano, prima o poi, e che tu possa apprezzarlo come si deve dal vivo :)

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  2. Splendido post Alle! Sei un gioiellino!

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    1. Grazie Ale, troppo buona. È bello condividere le emozioni e farlo con voi vale doppio !

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  3. Alle che meraviglia questo post ha una potenza evocativa tale che mi pareva di sentire Moni Ovadia che recitava Ritsos, ora vorrei proprio assistere a questo spettacolo

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    1. Anche in questa occasione ho pensato a te e a quanto questo spettacolo ti sarebbe piaciuto. Il post è un piccolo assaggio e l'invito a non perderti la cantata se ne avrai l'opportunitá!

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    1. Benvenuto "luoghinonluoghi", grazie sia che ti riferisca al post che a questo blog nostro :)
      Torna a trovarci quando vuoi.

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  5. bellissimo post, fa venire i brividi, brava Alle!
    Sandra

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    1. Grazie Sandra ! È sempre un piacere leggerti ......

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  6. Grazie Alle!
    Sto pensando in quale film c'era un cammeo di Moni Ovadia, ma niente, non me lo ricordo.

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