La valigia del dottore





Recentemente ho svuotato la mia ex camera a casa dei miei per far posto a Lidia  che ora vive stabilmente da loro. Con aria interrogativa mi ha messo in mano una serie di barattoli pieni di mozziconi di matite rosse e blu. Un mio vezzo di quando studiavo medicina. Sottolineavo in rosso ed in blu i libri a seconda dell'importanza che davo alle cose  e dal terzo anno in poi ho iniziato a collezionare i mozziconi di quelle matite cicciotte. Già in passato mi ero impressionata  perchè, dovendo tinteggiare la stanza avevo impilato i libri di studio, la pila era di un'altezza mostruosa. Come facevano a starmi in testa allora tutte quelle cose? Quella volta gli esami non si dividevano in sottoesami e la quantità di nozioni da tenere in mente, per singolo esame, era enorme. Cosa è rimasto di tutto quel marasma di informazioni? Ora se uno mi interroga su una delle sindromi che allora sapevo riportare, faccio scena muta, ma se per esempio uno mi cita la sindrome di Alagille, come è capitato la settimana scorsa, io so di cosa stiamo parlando e mi prende il prurito, perchè per me quella sindrome è la prima bimba che conobbi che ne era affetta (un faccino minuto e triangolare che grattava e grattava) nei miei anni di frequenza in pediatria.
Quella tra medico e paziente è fondamentalmente una relazione d'ascolto.
Dall'ascolto passano e si evolvono sia la possibilità di formulare una diagnosi, sia la capacità di creare un rapporto di fiducia, indispensabile per costruire insieme un percorso di cura. Quando curo il sintomo, e non la persona, in qualche modo fallisco il mio compito o lo trasformo.
Ora poniamo il caso di un disturbo cronico, fastidioso, che può cambiare la qualità di vita ma non minarne le fondamenta.
Ci sono persone che vengono "per una prescrizione" vogliono la pillola che cancellerà il sintomo, la vogliono qui ed ora, c'è un che di dittatoriale nel loro porsi nei tuoi confronti, non si aprono, le informazioni sono negate o arrivano col contagocce, non è possibile farsi ascoltare quando si cerca di interagire, si ha la sensazione di essere la voce che esce dalla cassa automatica un casello autostradale, la stazione di una via crucis in cui si passa, si recitano meccanicamente 4 gloria e 3 avemaria per avere l'assoluzione, che in questo caso coincide con la soluzione del problema, una specie di imposizione della mano dell'untodelsignore, cioè il medico, che li libererà dal sintomo, altrimenti si passa al medico successivo finchè non si trova il turlupinatore che propone la pillola miracolosa e per un po'  ci si ferma ad ingollare pastigliette stando ad ascoltarsi in attesa che si compia il miracolo, dopo di che il tour ricomincia. A volte si incontrano belle persone, che sanno ascoltarsi, ascoltare e che hanno voglia di aiutarti ad aiutarle e vorresti proprio essere il tramite per una risoluzione del problema. Persone che, a volte, hanno affrontato con grande determinazione conti pesanti che la vita ha presentato loro e che poi magari si perdono per cose più marginali perchè dopo la grande salita le forze si sono smarrite e serve davvero un aiuto per ripartire

Commenti

  1. verissimo, in quanti chiedono : non c'è una pillola?

    oggi per esempio ho la sindrome di Alligalli

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    1. sì è vero l'ho capito da un paio di cose che mi hai detto, c'hai tutti i sintomi e se parte la musica e non c'è qualcuno con cui iniziare a muovere tre passi e destra e 4 a sinistra ti viene una specie di tremolio: patognomonico

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  2. Il tuo mestiere è di certo tra i più difficili, bisogna essere anche un po'....molto psicologi. "Voglio la pillola e la voglio subito" è diventata a mio avviso la scorciatoia più praticata anche grazie a certi medici che a malapena ti guardano in faccia e ti prescrivono l'antibiotico anche per un banale raffreddore.
    Per mia fortuna la mia dottora ha il tuo stile, nessuna pillola se prima non abbiamo capito i sintomi a cosa portano. Per te, per lei e per tanti altri ponti d'oro !

    E la valigia della dottora com'è?

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    1. pesante, ma c'è di tutto anche la mamma gonfiabile :)

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    2. Quando il mio zaino da montagna pesa troppo, ma sono sicura di avere tutto, ma proprio tutto ciò che mi serve dico che pesa perchè c'è perfino la mamma gonfiabile :)

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  3. cara dottora oggi avrei proprio bisogno di una pillola....sto sclerando ho le due a casa ammalate e devo spostere tutti i pazzienti e non so dove metterli....

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    1. tutte e due? i pazienti caricali su un pulmino e consegnaglieli a domicilio :D

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    2. Ah puoi sempre dire al tuo Direttore che se mi fa di nuovo un contrattino a termine vengo e ti sbroglio tutti e due gli ambulatori

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  4. Voglio una dottora come te. Vieni negli Usa e facciamogli vedere che la loro sanità è un abominio.

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    1. C'è un però alla tua osservazione, se fossi stata medico lì, avrei avuto un posto, a termine sicuramente, ma pagato come si deve, non come certe misericordie con cui ho dovuto mantenermi per anni lavorando sottopagata in ospedale qui

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  5. Quando vado dal dottore di solito mi dice "oh numa che c'hai?"
    "questo e quello" la risposta è sempre "ce l'ho anch'io"
    come se avendolo anche lui siamo a posto,
    non mi dà medicine, ma a consigli si spreca
    qualche tempo fa gli ho detto che mi pareva di essere un po' lungo nella minzione
    m'ha risposto di mettermi un dito dietro e di schiacciare una certa ghiandola
    "io lo faccio sempre se vuoi lo faccio anche a te però dopo al bar lo sanno tutti"
    "vaffanculo Roberto" "vacci tu che ti farebbe anche bene"
    Ecco, come si fa a trovare un dottore che ti cura?

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  6. la voglio anch'io la pillola, voglio quella dei tacchi a spillo rossi.... te lo ricordi per che sindrome era? io non più, sarà stata per una dei miei attacchi da scizzofrenica delirante.... voglio però, soprattutto, una dottora come te. Dico davvero, loro (i tuoi pazienti) lo sanno che hanno avuto una botta di .... fortuna a trovarti?
    baci e buona notte Amanda
    Sandra

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  7. Sei molto brava, e apprezzo molto il tuo approccio alla medicina, che dovrebbe essere l'unico.
    Ma decenni di sub-cultura consumistica hanno tramutato il medico, nella coscienza collettiva, nel dispensatore del rimedio immediato per ogni sintomo, il cui apparire non è oggetto di attenzione, comprensione e ascolto, ma bersaglio da colpire con le frecce magiche dei prodotti farmaceutici.
    Capisco come sia difficile fare ragionare la gente su questo vero e proprio tabù.

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  8. Ho la fortuna di avere un medico come te, parlo del mio medico di base è più semplice lo so, perchè ci conosce, ha visto crescere i miei figli. è davvero il medico di famiglia. Anche lui prima ascolta e poi ausculta....
    Spesso in sala d'attesa mi diverto a sentire gli anziani "io tutte le mattine prendo 5 pasticche" - "io 7" .... come se il numero fosse un traguardo.

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  9. Sono al quinto anno e credo BARRA sento di avere qualsiasi malattia. Dolori terribili dopo aver dato ortopedia!

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    1. mi sono salvata perchè ai miei tempi clinica ortopedica non era obbligatoria e nel mio piano non l'ho inserita, il compenso con clinica medica avevo tutto tranne il gomito della lavandaia :)

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    2. Ma era della lavandaia il gomito?

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    3. era suo e non me l'aveva neanche prestato

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    4. Ma non è che suo fosse il ginocchio?

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  10. Che bel post dottoressa!
    Il mondo ha bisogno di dottori come te.
    Perchè scegliesti questa professione? Mmm, aspetta, era forse perchè volevi regalare la possibilità di ascolto a chi non ce l'aveva?

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  11. Oh dottora, sei un raro esempio di medico, ce ne fossero come te! i medici di base sono scribacchini qui, io vado dal medico con la diagnosi, non aspetto la faccia lui, che la sbaglierebbe, lo anticipo e così si risparmia tempo e denaro, soprattutto della sanità, ma il fatto che anche all'ospedale non ascoltano e quello è terribile...possibile che si pensi che il malato non è in grado di spiegare cosa ha? imparare a fare le domande giuste al paziente dovrebbe essere materia d'esame

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    1. come si raccoglie un'anamnesi è materia di studio.... o almeno lo era

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