Incipit: Pastorale Americana





Lo Svedese. Negli anni della guerra, quando ero ancora alle elementari, questo era un nome magico nel nostro quartiere di Newark, anche per gli adulti della generazione successiva a quella del vecchio ghetto cittadino di Prince Street che non erano ancora così perfettamente americanizzati da restare a bocca aperta davanti alla bravura di un atleta del liceo. Era magico il nome, come l'eccezionalità del viso. Dei pochi studenti ebrei di pelle chiara presenti nel nostro liceo pubblico prevalentemente ebraico, nessuno aveva nulla che somigliasse anche lontanamente alla mascella quadrata e all'inespressiva maschera vichinga di quel biondino dagli occhi celesti spuntato nella nostra tribù con il nome di Seymour Irving Levov.

Philip Roth. Pastorale  Americana. Einaudi. Traduzione Vincenzo Mantovani 



Finalmente l'ho letto, e naturalmente ne sono uscita devastata ed ammirata. Ammirata per la capacità di analisi del mutamento della società nel tempo, devastata dal conflitto che annienta il protagonista della storia: lo Svedese, Seymour Irving Levov, seconda generazione di emigrati ebrei nella città di Newark, figlio esemplare, al punto che esserne il fratello minore, come per Jerry Levov non può che scatenare un'aggressività a stento contenibile 

 "Nessun oggetto che pesi poco come una pallina da ping pong, può essere letale, eppure, quando Jerry la colpiva, l'omicidio non doveva essere lontano dalla sua mente. Non avevo mai pensato che questo sfoggio di violenza potesse avere qualcosa a che fare con ciò che significava, per lui essere fratello minore di Levov lo Svedese".

Lo Svedese è il prodotto finito, perfetto, del suo tempo,gli anni 50 del secolo scorso, e del suo luogo, quella comunità di ebraica che lavora sodo per costruire ai propri figli un futuro migliore del proprio presente , e lui vive secondo i Codici della sua famiglia 

"Se era un bambino, lo era solo nella misura in cui si trovava a guardare avanti verso le responsabilità dell'età virile con l'intenso desiderio di un bambino che contempla la vetrina di una pasticceria"
del suo tempo, del suo quartiere 
"Il quartiere, forse per definizione, è il luogo cui il bambino dedica spontaneamente tutta la sua attenzione; è il modo non filtrato in cui il mondo acquista per lui un significato, un significato che passa al bambino direttamente dalla superficie delle cose"

Quando la Storia cambierà le prospettive, il suo mondo ne uscirà travolto nella peggiore delle maniere

 "Questa è la vita come la si vede dal di fuori. Al meglio delle sue capacità, lo Svedese la vive come la viveva una volta. Ma ora è accompagnata da una vita interiore, un'orribile vita interiore di ossessioni tiranniche, tendenze soffocate, aspettative superstiziose, fantasie spaventevoli, conversazioni chimeriche, domande senza risposta. Notte dopo notte, insonnia ed autolesionismo. Una solitudine immensa, Un rimorso incancellabile."

Ci racconterà del suo dramma  lo scrittore Zuckerman, compagno di giochi di suo fratello Jerry, anche se la voce narrante sparirà ben presto dietro alla smarrita disanima degli eventi in cui cerca le motivazioni della sua caduta il protagonista stesso

"Ciascuno di noi ricorda e dimentica secondo uno schema labirintico che rappresenta un segno di riconoscimento non meno caratteristici di una impronta digitale"

Ed il suo dramma si accentra attorno alla figura della sua unica, adorata figlia Merry
E' "Il colore degli occhi. Occhi senza nubi. E' tutto senza nubi, ma gli occhi in particolare, finestre, finestre lavate che non rivelano ancora nulla di quello che c'è dentro. (...) Tu continui a proteggerla, quando proteggerla è impossibile. Se non la proteggi, è una cosa insopportabile. Se la proteggi è una cosa insopportabile. Tutto è insopportabile. La crudeltà della sua terribile autonomia"

Questa  bimba che cresce piena di rabbia che esplode in violenza che fa implodere la sua famiglia ed il suo intero mondo
"Il suo odore è l'odore di tutto ciò che di organico, si disgrega. E'  l'odore della incoerenza. E' l'odore di ciò che è diventata"
Non ci sarà scampo, salvezza, assoluzione, sostegno, pietà per lo Svedese e per il suo mondo perfetto fatto di famiglia, lavoro, patria
"E ora piange senza ritegno, lo Svedese, non esistono più barriere tra lui e il suo pianto, ed è un'esperienza nuova e straordinaria: piange come se piangere così fosse stato il grande scopo della sua vita (...)"

Un capolavoro imperdibile

Commenti

  1. Uno dei miei libri preferiti in assoluto. Davvero un capolavoro imperdibile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è densa la storia, la caratterizzazione dei personaggi, l'analisi sociologica, l'uso della narrazione, la scrittura, davvero straordinario

      Elimina
  2. incredibile! è il libro che sto leggendo, mi vengono i brividi solo a leggere il titolo! Fantastico :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. dove l'abbiamo nascosto il filo sottile che in qualche modo ci lega? :)
      Leggi, poi dimmi

      Elimina
  3. devo leggerlo ogni volta me lo dico e non lo faccio, ora devo proprio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. nessuno ti costringe ma credimi ne vale la pena :)

      Elimina
  4. Un libro che ti entra nell'anima, non durante la lettura, ma nel tempo quanto si ripresenta nei tuoi pensieri. Capolavoro anche per me.

    RispondiElimina
  5. Io ce l'ho in giro per casa, ma non l'ho ancora letto. Non so neanche di chi sia, magari me lo frego, ahahah.

    RispondiElimina
  6. A me è piaciuto tanto ma tanto di più "La macchia umana".
    Damigiana

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bene ora sto leggendo l'ultimo di Elisabeth Strout, poi quando avrò ben sedimentato riprenderemo Roth da La macchia umana :)

      Elimina

Posta un commento

Post più popolari