Venezia val bene un gelone




Ti svegli la mattina del primo giorno del nuovo anno ed il sole sembra già un segnale ben augurante.
L'aria mite degli ultimi giorni ha sciolto la poca neve sull'altipiano, così la tua prima scelta per inaugurare un nuovo ciclo scivolando tra i boschi decade.
Allora decidi di prendere il treno ed andare a girare per calli, ma giunta al ponte della libertà scopri che il sole è prigioniero, il muro grigio ha calato il sipario e pensi che Venezia  sia l'unico posto d'Italia dove, a mezzogiorno del 1° gennaio 2013 il sole non è ancora venuto a fare gli auguri.
Tuttavia migliaia di persone hanno avuto la tua stessa idea, da ogni parte del Veneto, d'Italia, d'Europa, del Mondo alcuni chiaramente vogliono farsi del male perchè è evidente che non hanno dormito una "cippa" durante la scorsa nottata e per affrontare una giornata a Venezia ci vuole più fisico che per una giornata a fare fondo, ma loro non lo sanno o fingono di non saperlo ed intanto le loro teste ciondolano mentre loro, stipati come te, sono impossibilitati a perdere il loro precario equilibrio. Quando inizi a camminare perciò vanti già mezzora di stazione eretta  stile guardiania all'altare della patria. La nebbia è di quelle bastarde che penetrano lo strato di grasso accumulato durante le festività, ogni singolo muscolo ed ogni singolo osso del tuo corpo.
A nulla valgono le scarpe, le calze, i pantaloni pesanti, il piumino e le maglie, dopo un po' sei un ghiacciolo col naso che cola nonostante continui a muoverti incessantemente su e giù per ponti. Vieni immortalata in 200 foto di turisti che si ostinano a pensare che il mondo si fermerà prima e dopo il ponte finchè loro non avranno sfoderato il sorriso più idiota per la 2000esima foto, ma il colmo è che non guardano mai ciò che fotografano, fotografano e basta. Le nuove zarine vagano in pellicce di bestiole rare lunghe fino ai piedi, hanno gambe lunghe e sono riuscite a fare acquisti perfino in questo primo giorno dell'anno, mi auguro che i veneziani abbiano spremuto bene i cordoni laschi delle loro borsette firmate come solo un commerciante veneziano sa fare. Devono essere tutti già stati a Venezia, non vedo nessuna mascella estaticamente cadente da sindrome di Stendhal, io a volte la mia la devo chiudere forzatamente da quanto è bella dopo 50 anni di visite, ma forse il freddo e lo sfinimento hanno la meglio anche sui meglio intenzionati.
L'idea originale di rimanere fino all'ultimo treno della sera  sfuma dopo tre ore, quando l'unico raggio di sole che è riuscito a bucare la coltre si è fatto troppo debole per essere minimamente efficace.
Allora torni alla stazione e migliaia di persone da ogni parte del Mondo, d'Europa, d'Italia, del Veneto come te ne hanno avuto abbastanza di gelo nelle ossa e si sono stipate con te in una carrozza gelida di un regionale veloce (ossimoro che significa semplicemente che quel treno non si ferma ad ogni pisciata di cane) in una carrozza gelida dove, alla faccia di Ratzinger, che li ha eliminati dal presepe, l'effetto bue/asinello è assicurato. Agogno un bagno caldo, un Vov caldo e non so bene in che ordine.
Buona continuazione a tutti

Commenti

  1. Vieni qui, che ti abbraccio e ti scaldo.....

    ( la nebbbia che penetra lo strato di grasso....insuperabile)

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  2. Titolo completamente condivisibile. E adesso... buon riscaldamento!

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    1. ala fine più del Vov potè la cioccolata calda :D

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  3. io sono stata meno temeraria e ho inaugurato l'anno stando in panciolle, del resto avrei avuto difficoltà ad affrontare sia il gelo che l'orda calante di barbari.
    Buon inizio bellezze !

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    1. a volte penso che dovrei dedicare più tempo "alle panciolle" ;)

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  4. Bella scelta per iniziare l' anno, complimenti anche per l' audacia nello sfidare il clima...io e Rocky invece abbiamo sfidato il divano..ha vinto il divano :))

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  5. Con un post dal simile titolo non posso che dichiarare il mio sconfinato ed eterno amore per Venezia (condivido Amanda che molte volte mette alla prova il nostro amore), la Venezia del girato l'angolo che i turisti non girano.

    La Venezia della Giudecca e del ponte di Morte a Venezia, che quando ci sei sopra pensi veramente che potresti morire, finalmente in pace col mondo.
    La Venezia del vaporetto (per i veneti con Carta Venezia, per il resto del mondo sono d'accordo che il costo è una vergogna), perchè salire, starci e scendere con i veneziani è un'esperienza impagabile.
    La Venezia della gondola a 50 cents (2 euro senza Carta Venezia, of course), che è un modo per attraversare il Canal Grande da una riva all'altra, ma sempre in gondola sei!
    La Venezia del Lido, perchè lì la Belle Epoque è più che un ricordo.
    La Venezia delle Zattere, perchè ti sembra di essere su un enorme balcone che dà sul Molino Stucky e quando sei lì al tramonto tutto il resto può aspettare.
    La Venezia della chiesa della Madonna dei Miracoli, che come l'Ospedale di San Pietro e Paolo, ti abbaglia con i suoi marmi biancoverdi (nessuna citazione di Benetton, of course).
    La Venezia dei bambini che giocano in calli e campielli senza auto.
    La Venezia di migliaia di calli e campielli che ogni volta ti sembrano nuovi e dici ma la volta scorsa sono passata di qua?
    La Venezia della storia, della cultura, della democrazia, dei veneziani brava gente, del vogio e del dialeto venexian cusì elegante, ciò.
    La "mia" Venezia, insomma.
    Micacotechini (in tema col periodo), vi auguro un VentiTredici sulla via della seta, non nel senso di andare ad Oriente (che non sarebbe un viaggio malvagio, comunque), ma nel senso che sia un anno ricco di salute e cose belle!




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    1. ma ti o sà che non ghe so mai stada in gondola gnanca par traversar el canal

      auguri:)

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  6. Oh che bell'inizio d'anno, Amanda! temeraria vera!Anch'io sono stata al caldo sul divano, ma con la compagnia giusta sarei andata a Venezia di corsa!
    Auguri di buon anno micacotichine/i!

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