Cieli di settembre
Gabriel Pacheco |
E l'azzurro cielo di settembre
- a cui venti del nord avevano rubato calore e donato un manto scintillante,
nel quale l'astro imperatore tardava ad indossare la corona
dopo una notte di passione
con una luna gialla e mollemente coricata
su coltri ricamate di stelle,
violato dalla coda di un aereo -
lasciò il posto,
al risveglio di lei,
che aveva sognato bocconi su un prato odoroso di timo selvatico,
ad una bava lattescente dalla quale,
solo a tratti,
il sole tornava a baciarle le gote
rigate dal sonno,
respirando profumi intensi tornò in se stessa,
che ormai una luna,
vistosamente gravida,
faceva capolino dal monte
Bellissima....di chi è?
RispondiEliminama non è una poesia, sono mie impressioni sabato sui monti
Eliminainvece di camminare questa volta siamo stati quieti a leggere al sole
poi ero così stanca che mi sono addormentata
ed al risveglio ho buttato giù queste impressioni
apperò!
Eliminasei brava con le parole...
invece è una vera poesia.... e pure bellissima...
RispondiEliminatu non vali sei di parte :D
EliminaMa come, non è una poesia?!
RispondiElimina(Nel senso di "certo che lo è, e pure illustrata")
RispondiEliminabotta di fondelli trovare pacheco che pareva fatto apposta :)
EliminaAppunto! e' una bella poesia, non finisci di meravigliarci!
RispondiEliminacom'è buona lei
Eliminabrava!
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