Tu che mi traduci

Aron Meynell





fin dentro al buio portami
all’origine del suono e della pena
che ogni strumento brucia
dove il vento è organo
oltre la paura  il fiato consuma
e come un nodo nel legno
guarda nel mio occhio
sono ormai così contorto che non vedo
non sento fino in fondo
ciò che un tempo ti ho giurato ed è il mio pegno
lascia che io veda la  bellezza
senza altri testimoni che i miei sensi
e portami lontano dentro i tuoi segni
mostrami lento come solo può il tempo
ciò di cui io non conosco i confini
portami oltre la soglia
in fondo al senso che l’amore nasconde
al fondo delle ombre dove le luci delle notti sono conferme
tu mi traduci solo sfiorandomi il polso
e fermarti non posso
tuo il battito e il suo linguaggio
tuo il mio tempo
ma fa che sia dolce e lungo questo nostro incontro
fa che dall’inizio all’inizio io ritorni
dove l’essere bambini è il luogo che non si consuma
in cui l’amata fa ritorno
e a piedi scalzi e con le mani nude
girami intorno
fallo tre volte e altre tre ancora toccami il volto
che io sappia riconoscerti
corpo a corpo perché da fiumi di buio sono nato
e ad essi farò ritorno



Fernanda Ferraresso

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