Tu che mi traduci
Aron Meynell |
fin dentro al buio portami
all’origine del suono e della pena
che ogni strumento brucia
dove il vento è organo
oltre la paura il fiato consuma
e come un nodo nel legno
guarda nel mio occhio
sono ormai così contorto che non vedo
non sento fino in fondo
ciò che un tempo ti ho giurato ed è il mio pegno
lascia che io veda la bellezza
senza altri testimoni che i miei sensi
e portami lontano dentro i tuoi segni
mostrami lento come solo può il tempo
ciò di cui io non conosco i confini
portami oltre la soglia
in fondo al senso che l’amore nasconde
al fondo delle ombre dove le luci delle notti sono conferme
tu mi traduci solo sfiorandomi il polso
e fermarti non posso
tuo il battito e il suo linguaggio
tuo il mio tempo
ma fa che sia dolce e lungo questo nostro incontro
fa che dall’inizio all’inizio io ritorni
dove l’essere bambini è il luogo che non si consuma
in cui l’amata fa ritorno
e a piedi scalzi e con le mani nude
girami intorno
fallo tre volte e altre tre ancora toccami il volto
che io sappia riconoscerti
corpo a corpo perché da fiumi di buio sono nato
e ad essi farò ritorno
Fernanda Ferraresso
bella
RispondiEliminaBella! Doc, hai cambiato lo sfondo... siamo già in autunno...
RispondiEliminama non sono entusiasta cambierò ancora, presto
Eliminasiamo sempre in viaggio
RispondiEliminaQuesta, chissà perché, mi piace particolarmente...
RispondiEliminapiace molto anche a me
Elimina